Oggigiorno si sente spesso perdita dell’udito, ma come collegarla all’ambito del lavoro? Recenti studi pubblicati sul sito dell’INAIL hanno dimostrato come il 40% delle malattie professionali sia legata alla perdita dell’udito. L’ipoacusia è una malattia che causa una diminuzione dell’udito e generalmente si distingue in congenita, quando deriva da fattori ereditari o malformazioni, oppure acquisita, come l’ipoacusia professionale, causata dall’esposizione prolungata a rumori forti.

Nello specifico il 40% dei casi di ipoacusia è di genere professionale, causata da trauma acustico cronico. La patologia tipica dell’esposizione al rumore è l’ipoacusia neurosensoriale bilaterale simmetrica; Inserire un’immagine free sull’ Ipoacusia essa è caratterizzata da un tracciato audiometrico particolare, che consente di distinguerla da altre patologie dell’orecchio.

Tuttavia il riconoscimento della correlazione all’origine lavorativa di questa patologia, impone di tener conto, oltre che della possibile concomitanza di esposizioni extralavorative al rumore, di altri eventuali fattori extralavorativi atti a concorrere alla sua insorgenza.

Quando l’ipoacusia viene considerata malattia professionale? Ai sensi del Punto 44, Allegato n. 4 al D.P.R. 9 giugno 1975, n. 48 il trauma acustico che causa diminuzione o perdita dell’udito viene considerato malattia professionale quando viene causato da attività specifiche puntualmente indicate dalla legge o nell’esecuzione di attività a queste complementari svolte all’interno dello stesso ambiente.

Il Ministero fornisce poi un elenco delle attività coinvolte: prova di armi da fuoco, prova di motori a scoppio o di dispositivi di segnali acustici, lavori svolti all’interno delle fucinerie, tranciatura di vari tipi di metalli, taglio di telai o blocchi di marmo con specifiche attrezzature, guida di aeromobili, lavorazione dei chiodi, lavori dei calderai, battitura dei bulloni, ecc…

Come attivare la procedura di riconoscimento della malattia professionale?

Per prima cosa è necessario rilevare una sensibile diminuzione dell’udito che deve essere certificata da una visita specialistica richiesta dal proprio medico curante oppure dagli specialisti del Servizio di Igiene e sicurezza sul Lavoro dell’Asl della provincia di residenza. La domanda deve essere presentata dal datore di lavoro dopo la ricezione della documentazione comprovante da parte del lavoratore entro 15 giorni dalle suddette visite. Il lavoratore a seguito della sua richiesta verrà sottoposto ad una visita di controllo e di accertamento dall’Inail che si riserva la facoltà di effettuare accertamenti ulteriori. Durante la prima visita bisognerà produrre tutta la documentazione che attesti la patologia. Sono necessarie inoltre tutte le certificazioni che dimostrano lo status di lavoratore e la tipologia di lavoro svolto, per verificare che tale professione sia compresa tra quelle tassativamente indicate dalla legge.

Quali sono gli aspetti cruciali da considerare sulla sicurezza e prevenzione?

I tecnici esperti della sicurezza devono affrontare difficoltà complesse per proteggere l’udito dei dipendenti esposti al rumore e soprattutto verificare quanto sono protetti in realtà. Gli studi condotti nei luoghi di lavoro hanno dimostrato come i dispositivi di protezione dell’udito possono essere utilizzati in modo scorretto dall’operatore. Hanno verificato come per alcuni utilizzatori l’attenuazione reale è spesso minore dell’attenuazione ufficiale (SNR), mentre in altri casi l’otoprotettore risulta garantire la protezione che ci si aspetta.

E’ fondamentale, pertanto per il successo del programma di percezione e conservazione dell’udito, determinare quali lavoratori siano sottoposti ad un’attenuazione mediocre, prima che questo dia luogo ad una perdita dell’udito provocata dal rumore.

Fit- test e monitoraggio: Molto spesso i datori di lavoro si limitano a fornire agli operatori dei dispositivi di protezione acustica idonei per l’uso previsto ma è altrettanto importante verificare che siano indossati correttamente e costantemente. La scarsa aderenza del DPI o un involontario utilizzo scorretto può generare coefficienti di attenuazione insufficienti.

La formazione è determinante e, se possibile, dovrebbe essere somministrata in modo frontale per singolo operatore. La Vostra azienda sta ponendo adeguata attenzione alle misure di prevenzione? E Voi lavoratori, siete al corrente di quali sono i Vostri rischi?